Negli ultimi tempi si registra una tendenza sempre maggiore, da parte dei giovani sposi, ad abbracciare la scelta di un matrimonio green, ovvero la decisione di organizzare la giornata delle nozze che abbia impatto zero sull’ambiente, che eviti gli sprechi e sia testimonianza di uno stile di vita orientato alla cura del mondo in cui si vive, per se stessi e per gli altri, in particolare, per le future generazioni che queste unioni genereranno…
Dagli inviti alle partecipazioni, dagli abiti agli addobbi alla scelta della location, il tutto dovrà essere rispettoso della natura.
Le partecipazioni potranno essere realizzate in carta riciclata, oppure si potrà optare per inviti “virtuali”, grazie ai nuovi mezzi che la tecnologia oggi ci offre.
I fiori saranno naturalmente quelli di stagione, evitando così lo spreco trapiantare forzatamente tipicità di altre condizioni climatiche e ambientali.
Interessante è anche la scelta dell’abito della sposa. Numerosi sono gli atelier che propongono abiti realizzati con stoffe naturali e frutto di coltivazioni biologiche, prima fra tutte la canapa. Se si è delle spose creative anche indossare un abito artistico, realizzato attraverso il riuso fantasioso di materiale riciclato potrebbe essere una soluzione divertente ed originale!
Addirittura la scelta delle fedi può seguire la medesima filosofia. Consigliato infatti l’acquisto di fedi in oro “etico”, che non deriva dallo sfruttamento di manodopera e non produce inquinamento ambientale, mescolandolo magari con altri materiali, per ridurre la produzione di inutili scarti.
Per quanto riguarda la location, è preferibile sceglierne una vicina per ridurre il consumo di energia elettrica, degustando, poi un menù naturalmente a Km0, caratterizzato da prodotti locali e di stagione.
Una scelta, questa, che potrebbe riguardare anche le bomboniere, omaggiando gli inviati con prodotti tipici del proprio territorio.
Parola d’ordine “ecowedding”, insomma, che, in tempi di crisi, si coniuga anche con un notevole abbattimento di costi superflui… a ben vedere, anche in questo caso, una risposta etica al consumismo eccessivo dell’enorme macchina organizzativa del matrimonio!